IL RAGAZZINO DELL'ALABASTRO
Tematica centrale del racconto, mosso dalle pagine di un diario, è l'amore universale, la negazione della violenza e il rifiuto di ogni estremismo religioso. Un amore cioè che, non conosce barriere di razza, credo e condizione sociale, capace di volgere lo sguardo, verso il rispetto e i bisogni dell'altro.
Secondo l'autore, i principi di moralità, di integrità e di solidarietà, devono regolare le vita della collettività, al fine di accrescere e diffondere i valori della convivenza sociale e culturale, di tutti gli uomini.
La narrazione di Francesco Ferrante, è intrisa di gocce di speranza, dove affiora un mondo aperto e tollerante, fatto di scambi culturali e crescita continua, fondate sulla meditazione e sull'ascolto.
Il racconto è contestualizzato in un piccolo villaggio nordafricano ed ha come protagonista un ragazzo di 13 anni, con la passione della lavorazione dell'alabastro e cioè di una varietà translucida di calcare, adoperato anticamente, per la fabbricazione di vasetti e di anfore, destinate a conservare i profumi.
La narrazione dell'autore, ci conduce ad una attenta valutazione: "l'arte unisce i popoli e le culture, abbraccia le diversità e riconosce le emozioni".
Quest'ultima riflessione, traspare nel "ragazzino dell'alabastro", il quale riesce a conciliare, diversità, arte e cultura. Dalla sua giovane esistenza, si può cogliere l'innocenza autentica, del piccolo artista e la coniugazione con la pace e la serenità.
Comunicare oggi, è divenuto complesso, poiché l'uomo, travolto dalla vita frenetica di ogni giorno, è regredito ad una fase primitiva, di chiusura nei riguardi del mondo che lo circonda, smarrendo l'etimo della propria vita. L'uomo diventa nomade di se stesso, una vittima del suo credersi protagonista del mondo, spinto alla violenza e alla sopraffazione.
Se volgiamo lo sguardo al mondo che ci circonda, notiamo che spesso la diversità, non è considerata ricchezza, ma una forma di inferiorità, di inadeguatezza, di disadattamento, di infelicità e quindi fonte di conflitto. In linea di principio invece, come affermato dalle leggi ispirate alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e dei Cittadini, gli uomini sono tutti uguali, cioè hanno gli stessi diritti, il diritto alla vita, al rispetto, alla libertà di realizzarsi secondo le proprie aspirazioni, di esprimere le proprie opinioni, di scegliere la propria religione. La diversità degli esseri umani è una componente dell'uguaglianza, perché essa stessa è un diritto.
Solo il recupero della propria individualità e dignità, il combattere per i propri diritti, conservare la speranza di vivere in un mondo, dove regni la pace e l'armonia, potrà condurre l'uomo, alla corretta egemonia di se stesso e potrà mostrare agli altri la strada da seguire.
Unifico, il grido di speranza dell'autore al mio, affinché la voce diventi corale e il cammino, verso il rispetto e la pace, possa trovare la sua concreta attuazione.
Francesca Currieri