SOLO UN FILO

Prefazione

Solo un filo... viaggio tra i tasselli dell'anima

La poesia accade nell'animo di colui che sente un'intensa emozione e si rannicchia in un angolo del cuore fino a che esplode per fuoriuscire nello spazio circostante.

La poesia può fare molto rumore , ma può anche placare unanimo in fermento. In Veronica Giuseppina Billone il fermento è palpabile chè si avverte in ogni poesia che ella ci propone in quest'ultima creatura letteraria che ha scelto di intitolare "Solo un filo". Ma basterà solo un filo a sorreggere ogniemozione da lei esternata?Immagino un filo teso dove sono stesi: l'amore, la gioia il dolore , la felicità, la disperazione e sopra il filo , asta alla mano, un funambolo che sa dove e come poggiare i piedi.

Eccolo l'equilibrista, egli attraversa a piccoli tentativi le emozioni sul filo sì fragile, ma resistente.

L'equilibrista Veronica affida a un solo filo l'introspezione, l'amore, i luoghi, la poesia e la rinascita: cinque sezioni che si intrecciano dando vita a un viaggio che parte dal profondo abisso per poi piano piano risalire.

E nel risalire accade che le poesie di Veronica, verso dopo verso, acquisiscono circolarità quasi come se il filo teso poisi curvi ricongiungendo i due estremi opposti.

La prima sezione del libro è dedicata all''introspezione' che rivela la profonda sensazione di vuoto di cui è permeata ogni poesia. Il viaggio dell'autrice comincia proprio dal centro di se stessa, dai dubbi che la dilaniano come recita nella poesia '...e adesso non so più' se credere\alle voci\agli sguardi \alle parole\che di lusinghe\riempiono le orecchie\ma lascian vuoto il cuore.

In 'Mi avessi detto prima' l'autrice dialoga con il tempo e, tra la malinconia e il rammarico, si avverte l'esigenza d'affrontare il vuoto che le esplode dentro perché viva nonostante sia piangente\addolorata\straziata.

La poesia più rappresentativa di questa prima sezione è 'Tempo scaduto': una discesa ripida che tra i versi corre veloce, come veloce brucia la passione tra un uomo e una donna... ma poi lo sconforto arriva e il desiderio si schianta in un tempo scaduto e... non resta che morire.

E il dubbio è ad attenderci anche nella seconda sezione dedicata all''amore'. Amore sognato, vissuto, amato, odiato, desiderato; amore passionevole, caritevole, nascondevole, un amore che cela, svela e gioca sul filo delle domande come nella lirica 'E semmai fosse amore?' che racchiude il desiderio di un amore che lasci il segno e che riesca a colmare il vuoto profondo che sniffa rancore ed orgoglio.

Per poi esplodere e rimbombare ché vinto\allunga una mano\a cercare calore\rubando quel po' che gli spetta.In 'Amore muto' si avverte l'angoscia nell'eco di un ricordo\che insabbia ogni speranza.

Nella terza sezione dedicata ai 'luoghi' la poesia 'la tua bellezza' a sorpresa va verso l'apertura: inghiotto cultura\e mi espando al ricordo, recita, e nonostante sembri che l'espansione sia da attribuire al passato poi continua: riempio la coppa\a completar conoscenza\di questa mia terra\ a cui tu\tassello a lungo atteso\mancavi: c'è in questi versi un forte richiamo alle radici, c'è inoltre un tendersi verso qualcosa che è fuori da sé, ma c'è soprattutto una parola chiave che, secondo me, è il filo conduttore di tutto il libro di Veronica Billone: tassello.

Per Veronica infatti "la poesia diventa il contenitore di pezzi d'anima che fuoriescono dal corpo depositandosi tra le sue righe per sempre", una serie di tasselli che compongono un mosaico da scomporre e ricomporre a piacimento.

E mentre l'autrice scava rivoli di dolore, si perde alla ricerca dell'amore e ritrova un po' di serenità nei luoghi che ritemprano il suo animo, poi, nella penultima sezione dedicata alla 'poesia' ella inizia con 'Grazie' e intuisco quanto sia intrinseco il suo rapporto con lo scrivere versi: ella infatti sente il bisogno di ringraziare la sua musa ispiratrice come se la poesia fosse un'entità separata dal suo essere.

Eppure è sempre il dolore a permeare i suoi versi come si evince da 'E scrivo...': E' d'inquietudine\che s'agita questo fiume\e straripa sul foglio\con spruzzi di parole; per poi finire: Ma io scrivo/cancello/ riscrivo/ perchè è forte il bisogno/ di non arginare/ questo fiume in piena.

E finalmente dalla poesia 'L'emozione del poeta' inizia a scaturire una piccola scintilla un soffio dell'anima necessario affinché l'autrice vada oltre il dolore, il ricordo, il sogno e inizi a intravedere il senso della vita che diviene perla lucente.

E la luce pervade la quinta e ultima sezione dedicata alla 'rinascita'.

Qui il filo di Veronica si intreccia e si fortifica, di più, si curva a baciarsi: vedo chiaramente le estremità unite a formare un cerchio nel quale l'autrice si riconosce intera. Ogni tassello che compone il mosaico è al suo posto: il viaggio dentro se stessa l'ha portata fuori e l'ha ricondotta sul filo.

La poesia 'Del pianto della vita e della morte' recita: di gioia e di dolor\il pianto è verso\inchiostro rosso e nero\all'occorrenza, più avanti conclude in modo circolare: ritornerà\il primo angosciato pianto\di nuova vita\e nuova gioia\si donerà al mondo.

Veronica Billone funambola in bilico sul filo di quei sentimenti che danno senso al vivere: il cammino buddista ha placato la sua solitudine, ha colmato le manchevolezze e ha esaudito il desiderio di pienezza. Il filo ora è solido, sembra avere assunto la forma di un'ampia via da percorrere con più serenità; le parole scorrono fluide come acqua di fonte che dall'alto della montagna scende a precipizio per poi risalire verso la speranza per il futuro; la morte è lì ad attenderla eppure adesso meno angoscia.

E termina il viaggio con 'Mediterraneo' tra i cui versi la poetessa chiede al mare: mi sei amico?\la tua onda mi spingerà\verso la speranza di\una vita migliore?\O sarà la coltre\che mi addormenterà? e poi prosegue:

Se sarà vita, io rinascerò!\Se sarà morte, io rinascerò! "Solo un filo" sorregge Veronica Billone: lo stesso filo che lei stessa, verso dopo verso, ha trascritto sulle pagine di questo libro.

Molte delle liriche contenute in "Solo un filo" sono sospese in un tempo e uno spazio dove la Nostra con eleganza procede parola dopo parola mossa dal vento: dolce, leggero, generoso;

Eppure il vento può rubare l'anima, e può anche districare i dubbi.

Veronica svetta verso il cielo alla ricerca di una realtà che vada oltre il miraggio. Lei, solitaria funambola capace di scrivere versi lievi come piume in volo ma pesanti come lingotti d'oro puro, cammina sul filo e risale l'abisso; poi, in bilico sul filo, ascolta la voce leggera che le sussurra il vento che la conduce a due passi dal sole dove è più facile asciugare le lacrime.

Terrasini, lì 31 maggio 2017 Giovanna Fileccia

Solo un filo

di Veronica Giuseppina Billone 

Recensione della Drammaturga e Scrittrice Emilia Ricotti.

 Non so se sia preferibile incontrare l' Autore in carne ed ossa o conoscerlo prima solo attraverso i suoi versi, di Giuseppina ho letto prima i suoi versi ed è scoccata la scintilla , in lei arte e vita si completano, e si è dipanato quel filo che lega forse anche a nostra insaputa le creature umane, non si sa se per il caso, che è imperscrutabile o per altro . Mi accingo a recensire la ricca raccolta, "Solo un filo" e so che non è solo un filo che lega i suoi versi a quello dei suoi estimatori e poeti di cui ama circondarsi, i suoi versi scandagliano i meandri della mente e del l'animo e se occorre definire quale delle due dimensioni sia più coinvolta, è difficile dirlo, perché si sa bene che poetare è anche fare filosofia e filosofo è ogni vero poeta, ma è filosofia che sgorga dalla primavera del cuore dove i flussi emotivi spadroneggiano a dirci che poetare è dar fondo alle vasta gamma di emozioni che in mille sfumature attraversano l'animo umano, d'altronde la sua dichiarazione di poetica in "Solo un filo " non serve intuirla interpretarla, è prepotentemente espressa nella sezione nella lirica 

L'emozione del poeta
 
"E'una scintilla che si trasforma in verso 
Un soffio dell'anima c he avvolge la mano 
la guida sul foglio in meccanico incanto​
Voglia d'eterno da spargere al vento 
e metter seme nel cuore 
 lasciando quel segno 
Che va oltre il tempo oltre lo spazio ....." 

E un segno lo lascia per non dimenticare e non essere dimenticata e si stagliano le figure apicali dell'esistenza umana e fluiscono in lei con la spontaneità di una fanciulla che sa parlare ai fanciulli e a coloro che conservano intatto lo spirito fanciullesco come nella celeberrima dichiarazione poetica di Giovanni Pascoli, che ci suggerisce di salvare intatto il fanciullino che è dentro di noi. 
Probabilmente Giuseppina per la sua lunga esperienza scolastica accanto ai più piccoli ha più potentemente coltivato questo spirito fanciullesco che sgorga impetuoso in 

 " A te mamma " 

" E quando la tua voce non avrà più alito
 i tuoi occhi non avranno più forza per guardare 
e il tuo pensiero non correrà più sulle ali del vento 
allora Taci 
 ti prenderò la testa tra le mani 
e sentirai il battito del mio cuore 
che come una ninna nanna ti addormenterà "


Certo l'introspezione, l'esperienza dell'amore , hanno un posto privilegiato nella raccolta in questione, l'una e l'altra vissuta con un coinvolgimento che ti fa avvertire non soltanto il battito del cuore, i vaneggiamenti della mente, gli smarrimenti dell'anima, ma tutto ciò intriso anche di sensi e ti pare di avvertire il palpito della carne che si dipana nell'anima, acceca la mente, c'è l a consapevolezza di chi ha conosciuto l'amore, la dedizione, l'elevazione e lo strazio che comporta la perdita di questo tocco di eternità, insomma c'è Giuseppina e l'elevazione dell'amore, con i suoi slanci e le sue cadute insanabili, istanti di eternità che tornano, filtrati dall'esperienza poetica in indimenticabili versi:

Eternità

 " Sei scritto sulla mia pelle dai tempi dei tempi 

Inciso con dardi di fuoco 

Confuso il nostro sangue ha generato la nostra eternità  

che come un'ombra ci segue 

Siamo rullii di taburi e squilli di trombe ......."

 Ma anche i luoghi lasciano un marchio indelebile e da Zubebi emana un'aura magica

"E il vento ruba l'anima al gelsomino selvatico 

Inebriando l'aria di arabe essenze ... "

 E non può non essere anche didascalica per l'affinità e la commistione di professione e arte, come s i avverte nei versi de "Una vita vera " coi quali mi piace chiudere 

 " La vita non sa, Ancora non sa ​che il desiderio più grande, 

Il sogno più bello, 

il bisogno più vero 

si realizza(no) senza mezzi,

né armi segrete, né stratagemmi, 

né inganni, né falsità, né raggiri, 

ancora non sa che basta l'amore 

 I versi fluiscono inarrestabili e l'enjambement è la cifra stilistica della sua poesia. Grazie per i memorabili versi di "Solo un filo" .

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia